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Il vermifugo approvato. In Gazzetta Ufficiale.
Maurizio Blondet 12 Dicembre 2021
Carlo Grossi
Apprendo con stupore dalla Gazzetta Ufficiale (Serie Generale n. 119 del 20/05/2021), nota rivista complottista e terrapiattista, che il famigerato ma innominabile “vermifugo per cavalli” è stato approvato per uso umano.
Dato che il suddetto innominabile farmaco ha fatto scomparire l’innominabile morbo dall’intero arcipelago giapponese e da quegli Stati della Federazione Indiana che si sono presi la briga di prescriverlo per i malati affetti dall’innominabile morbo, sarebbe bello se tra sette o otto anni lo si potesse usare anche in Italia per curare lo stesso innominabile morbo.
Fate con calma comunque
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Il sodomita non può fare a meno di offendere i credenti bestemmiando la Vergine
Maurizio Blondet 7 Dicembre 2021
Dopo la commissaria UE che avrebbe voluto eliminare l’augurio di Buon Natale ed il nome di Maria per non offendere i non cristiani – bloccata da Ursula Von der Leyen, che si è anche scusata – il sig. Riccardo Simonetti, ambasciatore speciale UE per i diritti LGBT (sono più tutelati di una specie protetta…) è apparso sul numero di Dicembre del mensile queer di Berlino “Siegessaule” nei panni di una “Maria barbuta” con un bimbo in braccio ed accanto un “San Giuseppe” in vestaglia rosa.
Si tratta della dissimulazione gay friendly della Sacra Famiglia, in vista del Natale, che, dunque, in questa Europa, se non si può ancora cancellare perché i tempi non sono ancora maturi, si può vilipendere con la blasfemia.
“Ci hanno contattato persone omosessuali per dirci che questa oscenità non li rappresenta, ma fa solo del male alla loro immagine – commenta Matteo Castagna, Responsabile Nazionale del Circolo Cattolico Christus Rex – e che sarebbe ora di finirla. Credo abbiano ragione e che quest’ennesima, offensiva provocazione, dimostri quanto in Europa stia dilagando una “pandemia anticristiana”, che giunge al pubblico oltraggio del Presepe, diffondendo il virus della bestemmia. Per questa sera alle 21.00 abbiamo indetto un S. Rosario di riparazione, in lingua latina, sul nostro canale Meet, così da raggiungere tutti i nostri militanti e simpatizzanti, in Italia e all’estero.
La bimillenaria identità cristiana europea va difesa: chiediamo alla Presidente Von der Leyen di prendere le distanze da questo gesto, come cattolici e a nome dei tanti non credenti di buon senso, anche gay, che non si riconoscono in simili oscenità.
Abbiamo dato mandato ai nostri legali di procedere con la querela per vilipendio della Religione e del sentimento religioso del popolo. Ci costituiremo parte civile e, in caso di vittoria, devolveremo il ricavato per l’acquisto di Presepi destinati a scuole e luoghi pubblici. Ovviamente, San Giuseppe sarà maschio, la Madonna sarà femmina e Gesù bambino sarà maschio: Mamma, Papà e Figlio fanno la Sacra Famiglia da cui ciascuno di noi prende esempio”.
Il Responsabile Nazionale del Circolo Christus Rex
Matteo Castagna
Tel. 3474230340
www.agerecontra.it
lo scorso febbraio il Parlamento Europeo ha istituito il ruolo di ambasciatore Lgbtqia presso la stessa assemblea comunitaria, affidandolo contestualmente al fashion-blogger italo-tedesco Riccardo Simonetti: un personaggio che di recente ha inscenato una disgustosa parodia della Sacra Famiglia in chiave gay, nella quale lui stesso impersonava una Vergine Maria transessuale!
vergfine-trans
Un fatto aberrante, soprattutto perché avvenuto proprio sotto l’egida delle istituzioni europee: le quali si confermano assurdamente tolleranti contro l’intolleranza arcobaleno, soprattutto se diretta contro i cristiani.
Tutto questo è inaccettabile!
Firma e condividi la petizione per chiedere che il Presidente del Parlamento Europeo rimuova dal suo incarico Riccardo Simonetti, cancelli il ruolo da ambasciatore Lgbtqia presso lo stesso Europarlamento e si scusi con i milioni di cristiani offesi!
https://www.maurizioblondet.it/il-culattone-non-puo-faree-a-meno-di-offendere-i-credenti/
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Articolo per copticmartyr.blogspot.com - La fine del Mercato Tutelato
Altro slittamento del mercato tutelato: alcune riflessioni
La fine del mercato tutelato slitta ancora di un anno. L’ennesimo emendamento firmato questa volta dal capogruppo alla camera del M5S, e approvato negli ultimi giorni, ha cambiato nuovamente le carte in tavola.
Ormai il mercato dell’energia è entrato nella spirale dei processi “all’italiana” con la fine della tutela che continua a rimbalzare tra una data e l’altra in un infinito ping-pong tra i banchi di Montecitorio.
Perché il Mercato Tutelato non riduce i prezzi dell’energia?
“E’ dal 2017 che si continua a posticipare l'uscita da un mercato ormai obsoleto e che continua a minare la competitività tra i diversi provider” afferma Bruno Barone, esperto energia di Prontobolletta.
Ci si ritrova infatti ad avere, per un'altro anno, la presenza di ARERA come catalizzatore di un mercato popolato da centinaia di piccoli e grandi fornitori che non hanno la possibilità di agire secondo le regole del libero mercato.
Al contrario delle tariffe sul mercato libero, dove il prezzo viene fissato per 12 o 24 mesi, quelle nel mercato a maggior tutela sono infatti contrattate da ARERA ogni 3 mesi, in base ai prezzi di mercato, permettendo così di scaricare sui consumatori gli aumenti dei prezzi con una frequenza maggiore rispetto alle tariffe dei provider.
L’operazione messa in atto in questi giorni sembra più che altro una rudimentale “toppa” messa dalle istituzioni italiane per far fronte, con armi spuntate, all’inedito aumento dei prezzi che sta colpendo il mercato dell’energia in questi mesi post pandemia.
I fondi già stanziati dal governo Draghi sembrano non essere bastati per scongiurare il caro bollette che sta colpendo tutta la penisola e le idee per far fronte alla straordinaria situazione sembrano scarseggiare al pari dei fondi.
In un momento di rincari come questo forse la “maggior tutela” sarebbe quella di lasciare fare al mercato il suo corso permettendo alla competizione tra i singoli provider di calmierare i prezzi sul mercato.
Fonte: Prontobolletta
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https://www.maurizioblondet.it/bergoglio-a-putin-smetti-di-invadere-lucraina/
Bergoglio a Putin: “Smetti di invadere l’Ucraina!”
Con comunicato-stampa 24 ore di anticipo, El Papa ha fatto avvertire i media che giovedì pomeriggio farà una telefonata a Vladimir Putin. Al momento non si sa nulla di quello che Bergoglio ha detto a Vladimir e nemmeno se la telefonata sia avvenuta. Ma di cosa volete che gli parli? Lo ha detto il Corriere: “La notizia filtra da Oltretevere e mostra tutta la preoccupazione del pontefice per la crisi in atto e l’ipotesi di un’invasione russa dell’Ucraina.
“Francesco ne ha parlato da ultimo nell’Angelus di domenica, quando ha pregato «per la cara Ucraina, tutte le sue Chiese e comunità religiose e tutto il suo popolo, perché le tensioni intorno ad essa siano risolte attraverso un serio dialogo internazionale e non con le armi».
Così, Bergoglio conferma – se ce ne fosse bisogno – di essere attore e partecipe del complotto globale del Gran Reset, che in questo caso consiste in questo: tutti i poteri forti internazionali e globali devono gridare a Putin di “smettere di invadere l’Ucraina”. Non dite che non lo sta facendo. Per la narrativa corrente, Putin ha “invaso” continuamente l’Ucraina dal 2014; il complotto che si sta architettando contro la Russia – forse la punizione dopo il veto russo al complotto climatico all’ONU – comprende questa rinnovata impostura ed accusa.
Come previsto dal vostro modesto cronista, è la Germania la punta di lancia del complotto. Attraverso la ministra degli esteri Baerbock, notoriamente filo NATO e fanaticamente anti-Mosca. Come ha esplicitamente spiegato alla tv e anche a Varsavia, “”era stato concordato tra gli americani e l’ex governo tedesco” di Angela Merkel “che in caso di un’ulteriore escalation [in Ucraina] questo gasdotto non potesse entrare in servizio”, ha detto alla stazione televisiva tedesca ZDF, a un momento in cui gli occidentali dicono di temere un’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe. ”
Capito il trucco? Il NordStream2 resta chiuso fino a quando la Russia non smette di invadere l’Ucraina: ecco perché si fa strillare a tutti i servi, Bergoglio in primis, “Putin smetti di invadere l’Ucraina”: per tener chiuso lo strategico gasdotto a tempo indefinito. Si tratta di creare mediaticamente e politicamente il sentimento di una continua escalation, di una “ulteriore escalation” che giustifica la chiusura.
Pazienza se si trattasse della Annalena (imbeccata dal deep state o CIA); ma il grave è che lo stesso nuovo cancelliere, il presunto “di sinistra” Scholz si è rivelato un falco antirusso:
“Continuiamo a sentirci responsabili di garantire che l’attività di transito del gas [russo] in Ucraina continui a dare i suoi frutti. Lo stesso vale per le opportunità future “, ha affermato [il nuovo cancelliere tedesco] Olaf Scholz in una conferenza stampa congiunta con il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. ” Si apprezzi almeno l’assurdo di tale propositi con cui il “nuovo” governo tedesco tratta il problema Ucraina (da un lato “invasione russa” come se fosse un fatto), dall’altro Scholz arriva ad affermare che la sua massima cura è tutelare redditi equi all’attività economica di Ucraina (il che implica che i russi, invasori impenitenti dell’Ucraina, devono continuare a far passare il loro gas attraverso l’Ucraina e per il bene dell’Ucraina, sotto le minacce e gli scherni del blocco occidentale), commenta Dedefensa. E’ chiaro lo scopo: il nuovo governo rende così NordStream2 totalmente dipendente dalla situazione ucraina, il cui livello d’allarme viene manipolato a piacere pertener chiuso il gasdotto permanentemente. Appare purtroppo che, almeno nei rapporti con Mosca della Germania, ci toccherà rimpiangere la Merkel per come è stata con Putin accomodante (agli interessi tedeschi, del resto: il gas russo conviene a loro) – il nuovo govero “di sinistra” si rivela più ferreamente atlantico nella nuova versione dell’anti Putinismo, quella imbevuta di follia da teatro dell’assurdo: “L’idea di Berlino è di legare molto saldamente l’apertura di NordStream2 alla completa capitolazione della Russia dalle molte azioni aggressive che non stanno intraprendendo in Ucraina. • Misuriamo la sfida lanciata al delirio di questi tempi ormai impazziti: “Smettetela, russi, di fare quello che non state facendo!”.
Il governo tedesco è persino più duro del suo suggeritore americano, che ha accusato sì la Russia di stare per invader l’Ucraina, ma Biden si è preso la briga, all’indomani della sua videoconferenza con Putin in cui ha minacciato terrificanti sanzioni per l’invasione , di sottolineare che l’obbligo degli Stati Uniti di difendere i propri alleati della Nato non si estende all’Ucraina. “L’idea che gli Stati Uniti useranno unilateralmente la forza per affrontare la Russia che invade l’Ucraina non è nelle carte in questo momento”, ha detto Biden alla stampa dopo la sua conversazione con Putin.
Secondo l’esperto militare Scott Ritter, quello di cui in fondo Biden ha bisogno è “la necessità politica di plasmare la percezione, sia in patria che all’estero. Le aspettative da parte dei suoi alleati democratici sono che Biden sarà più duro con la Russia dell’ex presidente Trump. Anzitutto, la minaccia degli Stati Uniti di rafforzare il fianco orientale della NATO è vuota, e tutti lo sanno: l’esercito degli Stati Uniti è già al punto di rottura al solo mantenendo la rotazione esistente di un’unica brigata corazzata pesante, circa 5.000 soldati, in Europa. Entro il 2022 gli Stati Uniti dovrebbero completare la costruzione di una struttura Army Prepositioned Stock (APS) in Polonia progettata per immagazzinare l’equipaggiamento di una brigata (circa 85 carri armati, 190 veicoli corazzati da combattimento, 35 artiglieria e quattro veicoli corazzati lanciati ponti lungo con centinaia di set e pezzi di attrezzature di supporto). di attrezzature di supporto). Ciò ridurrà il tempo di schieramento per la brigata assegnata dagli Stati Uniti alla Polonia dai 45 ai 60 giorni associati alla spedizione dell’attrezzatura in un porto europeo ai quattro-sette giorni necessario per volare nelle truppe e rilasciare l’attrezzatura per l’impiego operativo.
Ma anche con 10.000 soldati supportati da 170 carri armati, 380 veicoli corazzati da combattimento e 70 pezzi di artiglieria, l’esercito degli Stati Uniti non sarebbe in grado di affrontare un potenziale avversario russo.
“La minaccia di Biden di schierare ulteriori forze statunitensi ora ha senso dunque. Prima di tutto – non lo farà. In secondo luogo, la Russia non si sta preparando a invadere l’Ucraina e Biden lo sa. L’attuale crisi è guidata dal continuo rifiuto dell’Ucraina di attuare gli accordi di Minsk quando si tratta di riconoscere l’autonomia della regione del Donbass e dal suo continuo atteggiamento militare come meccanismo per ottenere il sostegno della NATO per la sua ambizione di riconquistare il Donbass e la Crimea”. Secondo Scotto Ritter, dunque, Biden non avrebbe altro scopo che cacciarsi fuori dai guai in cui si è infilato da sé sulla questione ucraina, senza troppo danno per la propria reputazione guerriera, completamente scossa dal ritiro afghano.
Ma invece Scholz e la sua Baerbock fanno sul serio
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Manlio Dinucci: "La Nato mette in pericolo la sicurezza della Russia" https://youtu.be/LSv1VfKyxR4 Manlio Dinucci delinea gli enormi pericoli che l'aggressività della Nato in Ucraina rischia di evocare. "C'è il rischio di una escalation determinata dall'arroganza di forze atlantiche che intendono spingersi fino ai confini della Russia"
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Maria Zakharova: le azioni dell’aeronautica americana hanno comportato rischi per l’aviazione civile.
Maurizio Blondet 5 Dicembre 2021
Sulle continue provocazioni americane
Solo perché è stato prevenuto un incidente aereo sulle acque internazionali del Mar Nero, ciò non significa che gli Stati Uniti e la NATO possano ulteriormente mettere a rischio la vita delle persone impunemente.
Ripeto quanto affermato dagli esperti russi: l’aumento dell’attività degli aerei della NATO vicino ai confini della Russia, anche sul Mar Nero, crea rischi di incidenti pericolosi che coinvolgono aerei civili.
L’Agenzia federale russa per il trasporto aereo (Rosaviatsiya) ha riportato la cronologia dell’incidente: “La mattina del 3 dicembre 2021, alle 9:53, un aereo di sorveglianza CL-600 della NATO ha effettuato un volo sulle acque internazionali del Mar Nero, vicino al area di competenza dei servizi del traffico aereo russo, con una rapida discesa dalla quota di 11.000 m a 9.200 m, attraversando il percorso destinato agli aerei civili. L’equipaggio dell’aereo da ricognizione non ha risposto alle ripetute richieste delle unità di controllo del traffico aereo.
Quasi contemporaneamente, l’Airbus A330-300 della russa Aeroflot in volo dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv a Mosca e un aereo CL-650 appartenente a Malta e in volo da Sochi in Russia a Skopje nella Macedonia del Nord hanno effettuato i loro voli attraverso il suddetto spazio aereo.
I percorsi di viaggio e le altitudini dei due velivoli civili sono stati prontamente modificati.
Queste tempestive misure adottate dai servizi di controllo del traffico aereo russi hanno permesso di continuare a voli sicuri nel suddetto spazio aereo sulle acque internazionali del Mar Nero.
Poiché i suddetti voli di aerei militari senza comunicazioni radio creano rischi per gli aerei civili sul Mar Nero, le autorità dell’aviazione statale della Russia presenteranno una protesta diplomatica.
https://www.maurizioblondet.it/maria-zakharova-le-azioni-dellaeronautica-americana-hanno-comportato-rischi-per-laviazione-civile/
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Ratzinger: Marcel Lefebvre è Stato il Vescovo più Importante del XX Secolo.
Maurizio Blondet 4 Dicembre 2021
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, l’amica e collega Maike Hickson, di Life Site News, ha pubblicato un articolo di grande interesse, che traduciamo in parte, rimandandovi alla lettura del testo integrale a questo collegamento. Ci sembra un testo e una documentazione storica molto importanti, nel momento in cui il Pontefice regnante manifesta la sua volontà di impedire la celebrazione della messa secondo il rito antico, Buona lettura.
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CITTA’ DEL VATICANO (LifeSiteNews) – Nell’estate del 2003, il cardinale Joseph Ratzinger, il futuro papa Benedetto XVI, avrebbe detto a due sacerdoti in un’udienza privata che considerava l’arcivescovo Marcel Lefebvre, il fondatore della Società sacerdotale di San Pio X, “il vescovo più importante del XX secolo per quanto riguarda la Chiesa universale”.
LifeSiteNews ha potuto ottenere un ricordo scritto di queste parole del cardinale tedesco da uno dei due sacerdoti presenti a quell’incontro di 30 minuti nel Palazzo di San Uffizio.
In questa conversazione, il cardinale Ratzinger apparentemente onorò l’arcivescovo Lefebvre per il suo lavoro per la Chiesa e ammise che “dal mio attuale punto di vista, devo essere d’accordo con l’arcivescovo Lefebvre in retrospettiva sull’avere i suoi vescovi.”
L’intero ricordo delle osservazioni del cardinale Ratzinger recita come segue:
“È difficile vedere ciò che la Chiesa deve all’arcivescovo Lefebvre, non solo per il suo periodo africano, ma anche in seguito per la Chiesa nel suo insieme. … Lo considero il vescovo più importante del XX secolo per quanto riguarda la Chiesa universale”.
“Se l’episcopato francese di allora avesse mostrato anche solo un po’ più carità e fraternità cristiana verso l’arcivescovo Lefebvre, le cose avrebbero potuto prendere un corso diverso…”
“Dal mio punto di vista attuale, devo essere d’accordo con l’arcivescovo Lefebvre in retrospettiva sull’avere i propri vescovi. Oggi, dopo l’esperienza dei ’15 anni di Ecclesia Dei’, è chiaro che un lavoro come quello della Fraternità Sacerdotale San Pio X non può essere semplicemente consegnato ai vescovi diocesani.”
Nel 1988, l’arcivescovo Lefebvre aveva consacrato quattro vescovi senza l’approvazione di Roma. Aveva cercato di lavorare con il Vaticano e di ricevere la sua approvazione, ma gli ostacoli sembravano così alti che decise di prendere la via della non obbedienza. Tra le gravi ragioni per cui l’arcivescovo Lefebvre vide la necessità di consacrare i propri vescovi per continuare il suo lavoro per la Tradizione nella Chiesa, c’era la sua età crescente e, allo stesso tempo, l’incontro ecumenico di preghiera del 1986 ad Assisi, in cui una statua di Buddha fu posta su un altare alla presenza del Papa Giovanni Paolo II.
Che Ratzinger abbia detto che Lefebvre è stato il “più importante vescovo del 20° secolo” è corroborato in qualche misura da ciò che il vescovo Schneider ha detto una volta a Edward Pentin: “Papa Benedetto XVI una volta ha detto dell’arcivescovo Marcel Lefebvre: ‘Era un grande vescovo della Chiesa Cattolica’.
Il vescovo Athanasius Schneider ha parlato della storia della SSPX in un’intervista del luglio 2021. Ha detto che la Società fu originariamente fondata 50 anni fa in Svizzera con l’approvazione del vescovo locale e del Vaticano, ma in seguito entrò “in conflitto con il Vaticano” per aver criticato le dichiarazioni del Concilio Vaticano II. Volevano anche celebrare solo la Messa tradizionale in latino, ha spiegato Schneider. La “sfiducia” crebbe tra la SSPX e il Vaticano quando il Papa non approvò i quattro candidati proposti per la consacrazione episcopale. Fu allora chiaro a Lefebvre, ha continuato Schneider, che la Santa Sede non avrebbe “approvato” un futuro SSPX, con le sue critiche “costruttive” ad alcune “espressioni del Vaticano II”.
Durante il pontificato di Papa Benedetto XVI, tuttavia, “sono stati fatti due passi molto importanti per normalizzare la situazione”, continua Schneider. Nel 2007, “Papa Benedetto ha emesso un [motu proprio] Summorum Pontificum, dando la libertà ai sacerdoti di celebrare questa Messa; in qualche modo ha ristabilito il rito della Messa tradizionale della Chiesa, che è sempre stata una delle principali richieste dell’arcivescovo Lefebvre e della Società di Pio X.”
Nel 2009 Papa Benedetto ha rimosso la scomunica dei quattro vescovi. Tuttavia, questo lasciava ancora irrisolti alcuni problemi canonici. È stato sotto Papa Francesco che “altri due passi importanti” sono stati fatti, secondo Schneider. Papa Francesco ha concesso ai sacerdoti della SSPX la facoltà di ascoltare le confessioni “in tutto il mondo”.
“Questo è stato molto generoso”, ha dichiarato il vescovo Schneider.
Ha aggiunto: “È difficile dire che questi sacerdoti sono fuori della Chiesa o sono scismatici quando possiedono le facoltà ordinarie di Confessione date dal Papa stesso. E poi il Papa ha autorizzato i vescovi dei parroci a concedere ai sacerdoti della SSPX le facoltà di assistere canonicamente ai matrimoni, ai matrimoni”.
“Così vediamo che c’è una situazione che è sempre più vicina ad una normalizzazione canonica, e questo è bene. Dobbiamo essere felici che questa situazione possa essere risolta e che la SSPX possa essere presente e operare all’interno della Chiesa per il bene della Chiesa, per il rinnovamento della Chiesa”, per preservare “la tradizione della fede, nella liturgia e nella vita spirituale, perché fondamentalmente, in realtà la SSPX non fa altro [che] come la Chiesa ha creduto, come la Chiesa ha adorato, come la Chiesa ha vissuto, fino al Concilio, tutti questi secoli.”
Ora che le comunità Ecclesia Dei stanno affrontando presto visite da Roma che mirano sicuramente a sopprimere i loro carismi originali e tradizionali, anch’esse sono di fronte alla questione se obbedire o meno e permettere che la soppressione della Tradizione abbia luogo in mezzo a loro.
Ricordiamo che al tempo dell’Arcivescovo Lefebvre, la Messa Tridentina era stata essenzialmente soppressa da Papa Paolo VI, proprio come Papa Francesco sta tentando di fare lo stesso.
L’arcivescovo Carlo Maria Viganò – che ha anche lodato Lefebvre per la sua opera – ha recentemente, nell’agosto di quest’anno, commentato questa questione:
Con il suo Motu Proprio, Benedetto XVI ha restituito alla Chiesa la Messa Apostolica Romana, dichiarando che non era mai stata abolita. Indirettamente, ha ammesso che c’è stato un abuso da parte di Paolo VI quando, per dare autorità al suo rito, ha vietato spietatamente la celebrazione della Liturgia tradizionale.
L’Abbé Claude Barthe, sacerdote tradizionale ed esperto di liturgia, ha anche recentemente affermato che Papa Paolo VI aveva abrogato la Messa latina tradizionale quando disse: “La Messa di San Pio V, quando fu abrogata da Paolo VI (perché fu abrogata, bisogna dirlo; Jean Madiran lo ha giustamente sottolineato), era identica, quasi nei dettagli, a quella che era nell’XI secolo”.
LifeSiteNews ha contattato Papa Benedetto XVI, inviandogli il memoriale dell’incontro del 2003 con i due sacerdoti e chiedendogli un commento. Aggiorneremo questo rapporto se dovesse rispondere.
https://www.maurizioblondet.it/ratzinger-marcel-lefebvre-e-stato-il-vescovo-piu-importante-del-xx-secolo/
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Enrico Letta, vendere l’Italia all’Ue. Suicidio targato Pd: ecco perché gli euro-falchi ci massacreranno
Maurizio Blondet 13 Dicembre 2021
da Libero
Quello che Enrico Letta non aveva detto l’altro giorno, ospite alla kermesse romana di Giorgia Meloni, l’ha declamato ieri a Firenze, in un convegno sul futuro della Ue organizzato dai Socialisti europei: occorre cancellare ciò che resta della sovranità nazionale. Un’idea non nuova e nemmeno solo sua, giacché appartiene ai progressisti europei e pure ad esponenti di altri gruppi, oltre che all’intera nomenclatura burocratica di Bruxelles. Il che la rende ancora più insidiosa. Nel mirino del segretario del Pd c’è innanzitutto il Consiglio europeo, l’organismo che raggruppa i 27 capi di Stato odi governo, cui spetta il compito di definire l’indirizzo politico della Ue. In parole povere, il tavolo al quale Mario Draghi si siede col francese Emmanuel Macron, col tedesco Olaf Scholz e gli altri, e ognuno mette sulla bilancia i propri interessi nazionali.
Secondo Letta «è un errore considerare il Consiglio europeo il cuore dell’Europa». Questo, dice, deve essere rappresentato «dai cittadini», parola con cui intende in realtà il parlamento europeo, perché «non possiamo continuare con l’idea dell’Europa dei governi». Chi è stato scelto dai singoli popoli per governare dovrebbe quindi cedere il potere d’indirizzo alla grande assemblea di Bruxelles, nella quale una maggioranza di tutti gli eletti di alcuni gruppi politici può mettere in minoranza gli altri, anche se questi sono maggioritari in certi Paesi. Va nella stessa direzione la riforma più importante caldeggiata da Letta e dai socialisti, quella di abbandonare il criterio dell’unanimità.
Esso è in vigore nel Consiglio dell’Unione, che condivide con il parlamento europeo il potere legislativo e raggruppa, a seconda della materia trattata (Affari esteri, Giustizia, Economia…) i ministri competenti dei 27 Paesi membri. Un altro organismo di espressione della volontà dei singoli Stati, dunque. Nel quale il voto all’unanimità è necessario per tutte le decisioni sugli argomenti “strategici”, come l’imposizione fiscale, la protezione sociale, l’adesione di nuovi Stati e la politica estera e di sicurezza comune. Un sistema che Letta vuole cambiare. «Sui grandi temi, che si tratti di immigrazione, di sociale, di lavoro odi politica estera», dice, «l’Europa deve decidere a maggioranza».
Facile capire la conseguenza: i singoli Stati, o anche un gruppetto di essi, potrebbero essere messi in minoranza e costretti dagli altri ad accettare decisioni sgradite sulle materie fondamentali, indipendentemente dalla volontà del loro governo e dei loro elettori. Se è vero che l’unanimità è spesso un freno all’adozione di decisioni importanti, perché assegna ad ognuno il potere di veto, l’alternativa è cancellare, nelle scelte cruciali, la volontà dei rappresentanti dei popoli nazionali. Peraltro, se ne avvantaggerebbero gli Stati più abili nel tessere alleanze e che hanno più contropartite da offrire. Non a caso, il proposito di cancellare l’unanimità nelle scelte Ue piaceva alla cancelliera Angela Merkel ed appartiene ora al socialista Olaf Scholz, che ha preso il suo posto a Berlino.
Il cerchio si chiude con la proposta di Letta di eleggere un capo dello Stato allineato su simili posizioni. «Non riesco ad immaginare l’Italia con un presidente della repubblica antieuropeo», avverte il capo del Pd, mentre rassicura gli alleati del M5S che «le prossime elezioni politiche ci saranno nel 2023, non prima». E siccome, secondo il suo metro, gli unici veri europeisti sono quelli col marchio progressista, è da vedere che fine farà il suo impegno a cercare per il Quirinale un’intesa «a larga maggioranza»: vale solo se il prescelto è uno del Pd o anche se è espressione dell’area di centrodestra?
https://www.maurizioblondet.it/enrico-letta-vendere-litalia-allue-suicidio-targato-pd-ecco-perche-gli-euro-falchi-ci-massacreranno/
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SuperMario chiude (e apre) le frontiere.
Vittorio Macioce
I confini qualche volta sono solo un amuleto e servono a proteggersi da quello che in un certo momento ti fa più paura. È una linea che non ha sempre lo stesso spessore, dipende da come la guardi, da chi sta dall'altra parte, da quanti sono, da cosa portano. Ci sono poi tempi dove si perdono i punti di riferimento e ovunque ti volti vedi insidie, dentro, fuori, intorno. Capita così che perfino uno come Mario Draghi rinserri e apra, nello stesso discorso, le porte dell'Italia. È un gioco con e senza frontiere. È un'illusione ottica. Non è il solo. Draghi spiega che in questo periodo bisogna stare attenti a chi entra. Non importa che sia quasi Natale. I turisti per arrivare qui dovranno fare il tampone, anche se vaccinati. Questo vale anche per chi vive dentro i confini della Ue. A chi si stupisce per questa scelta che sa un po' di sovranismo, il capo del governo risponde con i contagi della variante omicron: fuori è diffusissima, qui non supera lo 0,2 per cento. «Non c'è tanto da stare a rifletterci su». Si chiede e basta. «Difenderemo la normalità con le unghie e con i denti». La Grecia e la Francia ci copieranno. È il segno che la pandemia sta alzando i vecchi muri lungo tutta l'Europa e in fondo non c'è da stupirsi. Il bisogno di sicurezza passa proprio lì dove ci sono i confini e rende più difficile pensare in grande, ognuno pensa che la propria casa sia il posto più sicuro e fuori, per dirla con le parole di Fred Buscaglione e la voce di Paolo Conte, «piove un mondo freddo». Non è un caso che la commissione europea stia rivedendo il canone di Schengen per spingere i vari governi a non chiudere le frontiere per più di due anni. È il tentativo di dare un tempo all'emergenza. Il guaio è che il virus comunque non riconosce i confini. Draghi, nella stessa giornata, ha parlato anche di migrazioni. Qui le frontiere hanno cambiato aspetto. Si sono aperti dei varchi. L'idea è spingere la stessa Europa ad aprire corridoi umanitari per chi scappa dalla guerra, per rafforzare i canali legali e con una gestione rapida e condivisa dei rimpatri dei clandestini. «Gli immigrati sono una risorsa non una minaccia». Sono le stesse parole di Papa Francesco. Non c'è dubbio che in un mondo ideale, dove la paura non ha casa, le frontiere non dovrebbero esistere. Non è purtroppo questo il tempo e forse non lo sarà mai. Se però si guarda a questa realtà è davvero difficile immaginare che questa Europa chiusa negli interessi particolari possa gestire l'immigrazione. Il virus spinge a non fidarsi degli altri, quelli vicini e quelli lontani. Lo certificano tutti i governi. È la maledizione della paura, per cui il prossimo è una minaccia.
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quindi il genocidio del popolo nel Donbass è costituzionale per Di Maio?
Ucraina, Parlamento europeo: "Mosca ritiri immediatamente i suoi militari" http://a.msn.com/01/it-it/AARTxNx?ocid=st "Mosca ritiri immediatamente i suoi militari dal confine con l'Ucraina e l'Ue sia pronta a inviare un avvertimento sul fatto che eventuali ostilità avranno un costo elevato per la Russia". E' il messaggio contenuto nella risoluzione del Parlamento europeo approvata con 548 a favore, 69 contrari e 54 astenuti. Gli eurodeputati sottolineano che "il dispiegamento delle forze militari costituisce una minaccia per pace, stabilità e sicurezza dell'Europa".
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Covid: record di contagi in Danimarca, +130% in 3 settimane .. QUINDI I VACCINI NON FUNZIONICCHIANO!
16 DIC - Nuovo record, il quarto consecutivo, per l'aumento dei contagi in Danimarca, dove si registrano quasi 10 mila nuovi casi nelle ultime 24 ore: un picco che segna un'impennata del 128% rispetto a tre settimane fa. Secondo lo State Serum Institute nelle ultime 24 ore il Paese ha registrato 9.999 nuove infezioni, rispetto alle 4.390 di 21 giorni fa. Lo riportano i media danesi.